Circa un anno fa mi chiesero di intervenire ad un convegno dal titolo “Essere imprenditore di successo”.Decisi di non proporre il solito speeche; mostrai da subito alla platea delle slide con la lista delle virtù umane e delle relative potenzialità secondo una schema riconosciuto a livello mondiale. Chiesi quindi loro quali potessero essere le caratteristiche di un imprenditore di successo in termini appunto di virtù e potenzialità. Le più “gettonate” furono la creatività, la lungimiranza, l’audacia, la perseveranza, la leadership, la prudenza. Nessuno però citò potenzialità quali “la capacità di apprezzare la bellezza”, la “gratitudine”, la “speranza”, la “spiritualità” e l’”Humor”, cioè tutte quelle potenzialità che sottendono la virtù della “Trascendenza”, quella virtù che ci permettere di “andare oltre” e di “passare il limite”, esattamente quello che serve quando un imprenditore deve gestire il cambio generazionale o una operazione di internazionalizzazione.
Internazionalizzare un’impresa è un’operazione che richiede un forte cambiamento trasformazionale, ovvero eccezionale, creativo, qualitativo che si può aprire solo quando lo sviluppo e la crescita individuale e dell’organizzazione riescono a mettere in discussione e trascendere i modelli sociali e relazionali di provenienza disegnandone di nuovi.
Ma internazionalizzare è un obbligo per la sopravvivenza dell’azienda (motivazione estrinseca) o nasce da una esigenza dell’animo, da un desiderio dell’imprenditore (motivazione intrinseca)?
MutatisMutandis: se ho perso il lavoro e decido di aprire un agriturismo, lo faccio perché mi hanno detto che si guadagna bene o perché è stato il sogno della mia vita e ho sempre coltivato pratiche agresti? Sicuramente, nel secondo caso, le probabilità di successo saranno incredibilmente più elevate che nel primo, non perché nel secondo ci saranno meno difficoltà ma perché si sarà in grado di superarle con maggiore forza e convinzione avendo una maggiore motivazione interiore.
E’ quindi importante, prima di avviare un’operazione di internazionalizzazione definire bene il FOCUS dell’operazione, cioè la principale motivazione ad agire e cambiare, ciò che permette di passare da una situazione Alpha (iniziale) ad una situazione Omega (finale)ideale.
Se l’Alpha corrisponde al negativo, all’insopportabilità della situazione esistente, alla continua sensazione di insofferenza e rifiuto, in altre parole se partiamo da una situazione in cui le cose non funzionano sarà opportuno domandarsi perché le cose potrebbero andare meglio all’estero, se il problema è fuori o dentro di noi, se sto andando verso qualcosa o andando via da qualcosa. Ma se l’alpha corrisponde a una costante sensazione di mancanza, assenza, di crescita (voglia di trascendere) è più facile pensare a una prospettiva di successo.
L’Omega invece è la situazione desiderata e l’obiettivo finale: è la dimensione della speranza, della volontà di cambiamento positivo, della progettualità e della visione del futuro, è quella che anticipa uno stato finale di soddisfazione. Soddisfazione che spesso prevarica la dimensione prettamente economica e per la quale saremo disposti ad affrontare gli ostacoli con serenità e concentrazione cioè “ben centrati su noi stessi”.